Cantieri (Vecchio cantiere), 1955, olio su cartone telato, cm 30 x 36, firmato e datato in basso a destra “A. Ca- tarsini/ 1955”. Al verso, talloncino: “Cantieri – Firenze 2005”.

De Micheli ci ricorda che “Catarsini è nato pittore nell’aria, nella luce e nel paesaggio di Viareggio”; la sua atti- vità inizia nella darsena, entro l’alveo dell’arte labronico-versiliese e ai cantieri viareggini tornerà sempre durante la sua vita per dipingere vedute luminose e solari come questa del 1955 che, nella bellezza limpida degli azzurri e dei bianchi – così difficili da rendere nella luce piena del mattino – evidenzia quella costante naturalistica che lo stimolava a rappresentare una realtà entusiasmante, nonostante le ubbie meccaniciste e gli assordanti rumori che affliggevano i cantieri moderni.
Lungo i canali della sua città sapeva ritrovare il silenzio che si respira in questa veduta, dove è solo il colore a farsi udire portando il suono dolce dell’aria, della luce e del mare.
Il linguaggio di Catarsini è sempre legato alla realtà. Lo studio dello scheletro del reale è ciò che ha, fin dagli esordi, perseguito con costanza e caparbietà attraverso il disegno, definendo lo spazio o plasmando un volume attraverso linee forza e tratteggi di ombre, senza virtuosismi, senza alcun compiacimento formale.
I diversi soggetti e le repentine metamorfosi linguistiche sono nella sua arte sempre logicamente collegate in una ricerca costruttiva e spaziale, seppur con diverse modalità di scrittura. Segni e linee sorreggono la struttura di un paesaggio, o di un corpo, così come quella dei suoi dipinti più sperimentali, in cui si ritrovano “gli attra- versamenti verticali della tela, o in diagonale, che sono gli stessi dell’albero di una barca e delle vele con le loro forme geometriche”. (1)
Con modalità costanti, l’artista delinea tanto l’aspetto di un natante quanto quello di un apparato meccanico, conferendo continuità al modo di inventare soluzioni compositive in situazioni anche nettamente differenziate fra loro. In ogni sua creazione si coglie il telaio figurale sul quale prendono vita i suoi paesaggi, le sue nature morte o i suoi ritratti, le opere più evidentemente realistiche così come quelle più sperimentali.

  1. Paloscia 2000, p. 34

Esposizioni; Viareggio, Alfredo Catarsini 1999; Firenze, Alfredo Catarsini 2005; Forte dei Marmi.

Esposizioni recenti: Esplorazioni 2021; Lucca, Alfredo Catarsini 2022; Gardone Riviera (BS) Vittoriale degli Italiani, Il Novecento di Catarsini. Dalla macchia alla macchina 2024