Figura grottesca, 1980, olio su faesite, cm 49 x 34, firmato e datato in alto a destra “A. Catarsini/ 1980”.
Il dipinto è datato al 1980, anno in cui l’autore partecipa, insieme ai più importanti pittori versiliesi, a una mostra collettiva alla Galleria “L’approdo” di Lido di Camaiore nella quale sono esposte anche opere di Viani e di Galileo Chini. Lo stesso anno conosce Vittorio Grieco, che diventerà responsabile del suo archivio e che ordinerà, nel 1981, la sua mostra antologica di Palazzo Strozzi, con oltre 200 opere. (1)
La radice espressionista che ha alimentato la sua pittura continua a dar frutti ancora negli anni Ottanta, quan- do l’ormai anziano pittore dipinge questa figura intenta a compiere un gesto non del tutto leggibile a causa di alcune cadute di pellicola pittorica stesa sulla tavola non preparata.
Il quadro colpisce per il colore acceso e stridente, soprattutto sulle mani e sul volto del personaggio. Lo sfon- do è striato da pennellate di giallo, mentre la giacca e le ombre sul volto e sulle dita da tratti di blu, alternati ai bianchi, ai grigi, alle tonalità più chiare degli incarnati e alla massa scura dei capelli.
Pennellate più lineari nere contornano irregolarmente quelle più larghe che modellano sommariamente le parti anatomiche. Le deformazioni e i colori della figura recuperano il primitivismo selvaggio dell’espressionismo primo novecentesco che, dai Fauves e dalla Brücke, arriverà al secondo Novecento attraverso alcuni protago- nisti dell’École de Paris.
Risulta però difficile sottrarsi alla suggestione di cercare anche un collegamento con la tradizione più tipicamen- te toscana dell’autore, soprattutto con il versante versiliese, con l’espressionismo di Viani e di quella cultura del carnevale che, con le sue deformazioni e le sue dissacrazioni, costituisce uno dei tratti più originali dell’universo artistico viareggino.
Catarsini non ha mai amato la perfezione, preferendo l’originalità dello stile, cercandola spesso nel grottesco e nella maschera, come accade in questa figura en travesti, che reclina il volto guardandoci con espressione ambi- gua e ben rappresentando il suo carattere e il legame con la sua città. Già nel 1926, infatti, egli aveva realizzato un grande carro dedicato a Le pesciaie al carnevale e, nel 1949, aveva presentato un progetto innovativo per la giuria del Carnevale di Viareggio, che avrà l’onore di presiedere nel 1978. A questa rassegna e al tema della ma- schera dedicherà, inoltre, alcuni dipinti e bozzetti per un manifesto celebrativo. (2)
Nel marzo del 1976 “La Nazione” pubblica una sua intervista, realizzata da Emilio Paoli, nella quale l’artista dichiara: “Dipingere è un modo di esistere; questo esistere a momenti mi dà un senso di felicità, quasi mi esalta (…)”.
- Alfredo Catarsini 1981.
- M. Quadraroli, La vicenda lodigiana di Alfredo Catarsini in Alfredo Catarsini 1999.