ALFREDO CATARSINI

ALFREDO CATARSINI

Autoritratto 1943

1899-1918
Nasce a Viareggio il 17 gennaio del 1899, da Verano, commerciante di vini, ed Elvira Canova, proveniente da una famiglia di capitani e armatori marittimi genovesi. La famiglia abita nella casa che fu del musicista Ippolito Ragghianti, situata in una delle zone storiche della città, proprio “all’ombra della Torre Matilde”. Elvira e Verano, detto Pietro, avranno nove figli, sette maschi e due femmine; le bambine moriranno appena nate, e anche Elvira si spengerà in giovane età.
Gli zii materni si occupano quindi, insieme al padre, degli orfani. Gente di mare, come da tradizione imbarcano Alfredo all’età di nove anni su un veliero al loro comando, sulla rotta Cagliari – Civitavecchia, ma per il piccolo Alfredo l’esperienza risulta pessima, e gli zii decidono di lasciarlo alle sue aspirazioni, che già allora sono quelle dell’arte e del disegno: dai ricordi del pittore sembra che il primo disegno che fece fu a otto anni, ritraendo una sua piccola amica.
Si iscrive così al Regio Istituto di Belle Arti a Lucca, e nel 1914 si reca a Parigi insieme agli zii materni; qui, in un caffè a Montmartre incontra Amedeo Modigliani.
Quando Modigliani viene a sapere che provengono da Viareggio esclama “Allora siamo quasi compaesani!” e saputo del suo interesse per l’arte gli passa il suo album per vedere come disegna.

 

1918
In agosto conosce Marinetti nelle sale del Kursaal a Viareggio.
Viene richiamato alle armi (è uno dei “ragazzi del ’99”), ma fortunatamente non viene inviato nelle trincee al fronte. Torna da questa breve esperienza ormai uomo.

 

1919
Si diploma al Regio Istituto d’Arte di Lucca. Frequenta Lorenzo Viani che lo considera una delle promesse dell’arte viareggina. Una frase di Viani rimarrà sempre nel ricordo di Catarsini: “… non si diventa artisti andando dentro le accademie, ma l’arte va vissuta totalmente”. Catarsini vivrà la sua intera e lunga vita solo per l’arte, che sarà per lui sempre materia dello spirito e rifugio da ogni affanno. Viani rimarrà per lui sempre un maestro e una figura di riferimento. A settembre viene chiamato al servizio di leva in Marina, è nel decimo corso radiotelegrafisti e viene assegnato a La Spezia.


1920

Il12 giugno riceve il foglio di congedo illimitato con una nota di buona condotta e di fedeltà e onore al servizio. A Viareggio frequenta lo studio del pittore Domenico Ghiselli, che nel 1912 aveva decorato il Kursaal, da cui apprende la tecnica dell’affresco e della decorazione.


1923

Nella chiesa di Sant’Antonio si sposa con la giovane Giuseppina Rossi nata nel 1902, figlia di un Comandante di Lungo Corso. Per amore il pittore le cambia il nome, e da allora saranno Alfredo e Alfreda Catarsini, in un’unione felice e paritaria. Alfreda, bravissima a cucire, aprirà a Viareggio un famoso atelier di moda, e continuerà a lavorare anche dopo la nascita dei due figli.
Catarsini così può continuare la sua ricerca artistica, che per tutta la sua lunga carriera (tranne alcuni periodi in cui sperimenterà e creerà nuovi e interessanti codici pittorici) si concentrerà sull’osservazione dell’ambiente in cui vive: le spiagge, le marine, gli angoli delle darsene, le vecchie povere case e gli abitanti della Viareggio più vera e popolare. Catarsini non sarà mai un pittore mondano, il bel mondo che frequenta Viareggio nei mesi estivi non gli interessa; la sua è e sarà sempre una pittura interiore, fondata sulla sensibile osservazione della natura umana e del paesaggio della Versilia, di cui avverte tutta la bellezza e la sottile malinconia.


1924

Apre il suo primo studio in via Puccini, vicino all’Istituto del Sacro Cuore, in uno stabile che era stato una fabbrica di mattonelle. Lo dividerà con il giovanissimo Danilo Di Prete, che in seguito lascerà l’Italia per il Brasile, dove avrà un’interessante carriera di pittore e cartellonista. Per cronica mancanza di denaro, sembra che lo studio fosse arredato con mobili fatti di cartapesta. Nasce la figlia Mity.


1926-1928

Per il Carnevale del 1926 realizza il carro “Le pesciaie al Carnevale”.
Nel 1927 partecipa a Bologna all’Esposizione Nazionale dell’Arte del Paesaggio. L’anno seguente prende parte a Firenze alla Prima Mostra Regionale d’Arte Toscana, nei Chiostri di Santa Maria Novella. In questi anni e fino alla metà degli anni ’30 decora facciate e interni di case e ville fra Viareggio e Forte dei Marmi.


1929

In primavera partecipa alla Prima Esposizione Provinciale d’Arte al Palazzo del Governo di Lucca e alla fine di luglio tiene a Viareggio, nelle sale di Palazzo Paolina, la sua prima mostra personale, nello stesso palazzo sono esposte anche opere dello scultore Ruffo Giuntini. Nasce il figlio Orazio. Dopo il primo periodo naturalista, mai rinnegato e caratterizzato da una matrice verista mutuata da Viani, si avvicina al Primitivismo e al Richiamo all’Ordine, che ispirerà molta della pittura italiana degli anni ’30.


1930 – 1932

Conosce Leonida Repaci, a cui si lega di una duratura amicizia.
In questi anni inizia a frequentare Il Quarto Platano a Forte dei Marmi. In primavera partecipa a Firenze alla IV Mostra Regionale d’Arte Toscana. Nel 1932 dal 6 agosto al 10 settembre espone cinquantadue opere a Forte dei Marmi in Viale Mazzini davanti al Teatro Aurora.
Nella prefazione al piccolo catalogo Catarsini scrive:“Ho sempre amato l’arte, non per vana ambizione, ma per un bisogno supremo di vita interiore. Fin da piccolo bambino l’amore per la Pittura, mi costringeva a correr dietro a certi stranieri, che a quei giorni si appollaiavano con i loro cavalletti lungo le sponde del canale, le darsene, le pinete. Dipingevano con tecniche che io non capivo: ma questo a me non interessava, solo il colore mi attanagliava, facendo vibrare l’anima mia d’infiniti desideri…”. Sempre dello stesso anno l’intenso ritratto della moglie e della figlia bambina. In estate realizza alcune decorazioni per il Kursaal di Viareggio.


1933

In agosto espone più di quaranta dipinti a Viareggio alla Sala Tirreno dell’Albergo Tirreno sul viale Marconi nella zona Marco Polo. I soggetti sono soprattutto paesaggi della darsena e della campagna attorno a Viareggio.
F. T. Marinetti organizza alla Spezia, alla Casa d’Arte, il Premio Nazionale di Pittura «Golfo della Spezia» e lo invita a partecipare con il dipinto Manovre di sbarco-Il Porto.
In giuria, assieme a Marinetti, Felice Casorati, Fillia ed Enrico Prampolini.
Su consiglio dello stesso Marinetti entra a far parte del gruppo del Secondo Futurismo. A dicembre partecipa a Lucca alla Terza Mostra Sindacale di Lucchesia, organizzata al Palazzo del Littorio dal Sindacato Nazionale Fascista Belle Arti, e vi presenta quattro opere: Il Porto, San Terenzo, Veliero in porto e Impressione.


1934

A giugno partecipa con le opere Vecchia Darsena, Veliero sullo scalo, Barche di pescatori, Pescatori, e Impressione, alla Mostra Marinara, organizzata dal P.N.F. pro E.O.A. (Ente Opere Assistenziali) nei locali della Lega Navale Italiana sul Molo di Ponente a Viareggio, espongono anche Viani, Sargentini, Di Prete e Santini.
È presente alla Prima Mostra Estiva Viareggina nei locali del Kursaal, fra i dipinti presentati Ritratto della figlia Mity e Il limonaio molto apprezzati. Partecipa in agosto alla Prima Mostra Estiva Marina di Pietrasanta, esponendo due dipinti: Darsena e Barche. Sempre nella sede della Lega Navale di Viareggio, fra agosto e settembre, tiene una personale con quarantanove opere, fra cui una Aereopittura.


1935

Partecipa con ben 15 opere alla Mostra di Pittura, Scultura e Bianco e Nero al Kursaal di Viareggio: tra le opere esposte Amiche, Autoritratto e alcuni dipinti di soggetto marinaro, fra cui una Darsena venduta a Mr. Hassis, collezionista di New York. A settembre partecipa alla Seconda Mostra d’Arte Versiliese organizzata nel Palazzo del Littorio di Pietrasanta (l’attuale Municipio), presentando tre opere, fra cui un affresco (Cantiere, Figura, Impressione). Alla stessa mostra è presente Lorenzo Viani, con dieci opere fra cui la Festa di San Biagio. A ottobre è presente alla VIII Mostra d’arte Toscana, organizzata a Firenze dal Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti con due opere, Cantiere e Autoritratto.


1936

In febbraio partecipa alla I Mostra dei Bozzetti di Pittura e Scultura alla Villa Comunale di Sanremo.
È presente con nove opere alla Mostra d’Arte di Artisti Toscani e Complessiva delle Opere di Viani; organizzata dal Sindacato Artisti di Lucchesia al Kursaal di Viareggio; le sue opere sono ammirate da Primo Conti, e il dipinto Cantiere navale viene acquistato per la Galleria d’Arte Moderna di Roma. In estate tiene una personale alla Galleria Hall du Studio X di Bastia in Corsica; qui lo sorprende lo scoppio della Guerra Civile Spagnola, che lo obbliga a rimanere in Corsica per un breve periodo prima di poter rientrare in Italia. Durante il soggiorno corso dipinge paesaggi e ritratti, fra cui quello di Miss Corsica.
Ad agosto quattro sue opere sono esposte alla Terza Mostra d’Arte alla Casa del Fascio di Seravezza, in ottobre partecipa con due opere ad affresco, Baree e Paese, alla IX Mostra d’Arte Toscana organizzata a Firenze dal Sindacato Interprovinciale Fascista di Belle Arti.
Affresca la facciata della Chiesina di San Giuseppe (o Oratorio di San Giuseppe) in via della Stella (l’attuale via Matteotti) a Viareggio con Le nozze di Maria, oggi purtroppo quasi completamente illeggibile. La seconda figura a destra di profilo che osserva l’evento è un suo autoritratto.


1937

A marzo è ancora a Bastia dove tiene una personale con ventidue opere, in cui espone molte paesaggi di Viareggio e alcune vedute di Bastia, ottenendo un lusinghiero successo. A maggio è alla IV Mostra Sindacale d’Arte a Lucca organizzata dalla Confederazione Fascista professionisti e Artisti Unione Provinciale di Lucca con quattro opere. Partecipa con tre opere, Ragazza corsa, Nudo o La bagnante, Pioggia a Bastia, alla IV Mostra Estiva Viareggina al Kursaal organizzata dalla Sezione di Lucca del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti; la giuria era composta da Arturo Dazzi, Mario Carlesi, Carlo Carrà, e Moses Levy, gli ultimi due presenti anche con diverse opere in esposizione, sia nella sezione Bianco e Nero che in quella di Pittura.
Tra settembre e ottobre è ammesso con le opere Cantiere e Scaricatore di porto alla Seconda Mostra del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti che si tiene nella Palazzina Spagnola di Napoli, presenti anche Ruggero Sargentini e Danilo Di Prete.


1938

A maggio è a Firenze, al Palazzo degli Uffizi, alla X Mostra Interprovinciale del Sindacato Toscano, dove presente i dipinti Cantiere e Scaricatori di porto.
Insieme a Ruggero Sargentini e a Mario Carlesi fa parte della commissione organizzatrice della V Mostra Estiva Viareggina. Alla mostra Catarsini presenta quattro opere, fra cui l’ammiratissimo Autoritratto e Cantiere, che il 24 luglio, giorno stesso dell’inaugurazione, viene acquistato dal Ministro della Cultura Popolare S.A. Alfieri. Piero Guarducci su «Foglio d’Ordini» scrive: “…Ma forse il più efficace, o quello che fra i viareggini espone il meglio di se stesso, è Alfredo Catarsini con quattro composizioni fra le quali quello che ci sembra riassumi o sintetizzi tutta la sua pittura è questo «Autoritratto» veramente felice per ispirazione e intonazione di colori, senza ombra di manierismo e soprattutto di sincerismo»
Alla fine di luglio è all’inaugurazione del nuovo stabilimento Select (ora Principe di Piemonte) con i figli Mity e Orazio.


1939

Partecipa al Premio Cremona con il grande dipinto Discorso del Duce ascoltato alla radio da paesani di un villaggio – 2 Ottobre XIII (più volte descritto in seguito come I rurali ascoltano) con cui vince il secondo premio ex aequo di 12.000 lire. Della giuria fa parte anche Giulio Carlo Argan, all’epoca Reale Soprintendente alle Belle Arti. Le opere partecipano al concorso contraddistinte da un motto e non dal nome dell’autore, che solo in seguito all’assegnazione dei premi sarà reso pubblico. Catarsini sceglie per il suo dipinto “Chi si ferma è perduto”. Assieme al figlio Orazio va a ritirare il premio al Palazzo dell’Arte di Cremona; in seguito il dipinto verrà esposto per un lungo periodo a Viareggio, nella Casa del Fascio di Piazza Principe Amedeo, ora Piazza Mazzini. Aldo Ordavo così descrive il dipinto: “… Le figure sono in ascolto, aspettano, vivono, respirano; e tutta questa vita emana dall’insieme della masse, degli atteggiamenti, dei volti, delle mani, dei piedi. Si sente in quell’atmosfera che c’è qualcosa che ci avvince e ci trattiene, che c’è festa, attesa, gioia, pensiero, meditazione, forza di spirito, pensieri futuri, aspirazioni. Tutto ascolta, aspetta e vive…”
Con i soldi del premio Cremona acquista una piccola casa al quartiere Marco Polo e uno stabilimento balneare a Fiumetto, che darà in gestione al fratello più piccolo, Renato. A settembre è a San Miniato per la Prima Mostra d’Arte Città di San Miniato dove presenta tre opere, fra cui un autoritratto. A ottobre è al Palazzo della Ragione di Bergamo per il Premio Bergamo-Mostra Nazionale del Paesaggio Italiano con il dipinto Vele al sole. A Firenze partecipa alla XI Mostra Interprovinciale d’Arte.


1940

Il 20 gennaio inaugura una personale alla Casa d’Artisti a Milano, in via Manzoni, dove presenta anche il grande dipinto con cui ha partecipato al Premio Cremona dell’anno precedente, la Galleria d’Arte Moderna di Milano acquista il dipinto Il Porto di Viareggio. Nella prefazione al catalogo Renata Ordavo scrive: “… Il largo respiro dei suoi colori, che dicono il travaglio delle idee, distinti ed inscindibili allo stesso tempo in un superba fusione d’orchestrazione visiva, gli aprono la via a tutti i destini…”.
Partecipa al II Premio Cremona con la grande tela Il grano della Bonifica Lucchese; per questa edizione del Premio Catarsini sceglie il motto “Questa è la guerra che noi vogliamo”. A settembre una selezione dei più importanti dipinti del II Premio Cremona viene esposta alla Kunstlerhaus di Hannover, in Germania, nel quadro degli scambi culturali italo-tedeschi voluti dal Ministro di Stato Roberto Farinacci. La mostra ottiene un grande successo; insieme al grande dipinto di Catarsini viene esposto anche il dipinto di Danilo di Prete La battaglia del grano, che richiama nell’impostazione la solennità delle figure di Catarsini, a riprova del loro legame artistico e d’amicizia.
Giulia Viani, vedova di Lorenzo, in una lettera del 10 agosto indirizzata a Renato Santini, ringrazia lui e Catarsini per la loro presenza alla mesta cerimonia tenuta in memoria di Viani e per l’articolo scritto da Catarsini: “… Particolari e vivissimi ringraziamenti al Sig. Catarsini per il bellissimo articolo in cui rifulsero i meriti e le squisite doti di artista del mio Lorenzo”.
In questo periodo Catarsini ha lo studio nel Palazzo Comunale in Via Regia, davanti a Piazza Manzoni. Dalle finestre vede il canale Burlamacca e le barche che entrano ed escono, e davanti agli occhi ha sempre alcuni dei suoi soggetti preferiti: la vecchia Viareggio con le sue barche, le vele, i personaggi così particolari, e i colori e la luce.


1941

Partecipa a Cremona alla Mostra Retrospettiva dei quadri vincenti il Premio Cremona, organizzata da Farinacci nella Sala delle Colonne del Palazzo Affaetati. Sempre a Cremona è presente al III Premio Cremona con il grande trittico G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio), per il quale sceglie il motto“Romano”. Ad aprile partecipa alla III Mostra del Sindacato Nazionale Fascista delle Belle Arti (III Mostra Intersindacale), che si tiene a Milano al Palazzo dell’Arte, con il dipinto Barche di renaioli. Con ben 1400 opere esposte in 40 sale, la mostra avrà grande risonanza nazionale e un eccezionale successo di pubblico.
A maggio è ammesso alla XII Mostra d’Arte Toscana in Palazzo Strozzi a Firenze, organizzata dal Sindacato Interprovinciale Fascista di Belle Arti con due dipinti, Vecchia Torre e Ritratto.
Ad agosto partecipa a Viareggio alla VII Mostra Estiva di Pittura Riservata al Paesaggio con due dipinti, Campagna viareggina e Mattino-Case di campagna che viene acquistato dal Ministro degli Interni.
A settembre una selezione di opere del III Premio Cremona viene esposta ad Hannover, come l’anno precedente, Catarsini, presente con il trittico G.I.L., viene particolarmente apprezzato e riceve un premio. A dicembre tiene una nuova personale alla Galleria «P. Grande» di via Dante a Milano, dove espone trentasette opere, in prevalenza paesaggi, e alcuni ritratti. “Il Popolo d’Italia” scrive: “… il paesaggio spesso si rende soffice e, diremmo, quasi carnoso nelle tinte scaldate dalla emotività pittorica, dal gusto tecnico-sensualistico che rende vive e appaganti queste vedute campestri, queste marine…”.


1942

Dal 1° al 15 marzo tiene una mostra personale nella Saletta dell’Albergo Universo a Lucca, con trentasei opere di paesaggio, ritratti e il trittico G.I.L. presentato al III Premio Cremona.
Sempre a marzo espone insieme a Luigi Mocellini nella Bottega dei Vàgeri, situata nella Passeggiata di Viareggio. Ad aprile partecipa con due opere alla XIII Mostra d’Arte Toscana in Palazzo Strozzi a Firenze.
A maggio ritorna alla Bottega dei Vàgeri con sei opere: La battaglia del grano, Inferma, Padule, Cava di sabbia e due nature morte per la I Mostra delle opere di un gruppo di Artisti Viareggini. Nello stesso mese Catarsini dona una sua opera per la Mostra d’arte a Beneficio delle Forze armate, organizzata al Teatro all’aperto “G. Puccini” dall’Opera Nazionale Dopolavoro assieme al Sindacato Nazionale di Belle Arti.
Ancora a Viareggio, in estate, partecipa al Premio Versilia, I Premio Nazionale “Versilia” per la pittura di Paesaggio – Premi Gariboldi. Al Premio Versilia espone Cantiere, mentre al Premio Gariboldi presenta Canale Burlamacca e Darsena viareggina, vincendo per entrambe le opere il primo premio. A Lido di Camaiore presenta cinque opere alla Prima Mostra di Arte e di Storia di Camaiore e della Versilia, alla quale partecipano anche Galileo Chini, Thayat, Renato Santini, Ruggero Sargentini e Giuseppe Murri.
Partecipa alla XXIII Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia con il dipinto Donne nel ricovero (o Donne nel rifugio antiaereo). All’inaugurazione è fotografato con Plinio Nomellini e con un gruppo di pittori toscani.
A ottobre si inaugura una sua personale a Prato con trentadue dipinti al Dopolavoro Littorio: fra gli altri anche il Ritratto d’un giovane pittore, del 1937, che raffigura il caro amico Carlo Vannucci, detto Bocco, dipinto che fa parte, insieme ad altre ventinove opere, della donazione fatta dalla famiglia alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea «Lorenzo Viani » di Viareggio.


1942-45

In questi anni si dedica a una particolare serie di dipinti, nati dall’osservazione dei riflessi dell’ambiente esterno sui vetri dei quadri: nasce così una pittura composta dal dipinto e dal riflesso sul vetro di ciò che il dipinto circonda. A questa sua breve e interessante stagione pittorica Catarsini darà il nome di Riflessismo. Sia il Riflessismo che il seguente e più lungo periodo del Simbolismo meccanico hanno forti legami con il Surrealismo; sono fasi creative in cui in una sorta di realtà “altra” esprime le ansie e le inquietudini dell’uomo del Novecento.


1943

Il 29 gennaio, a Roma, si inaugura al Dopolavoro dei Bancari una sua personale, presente il Ministro dell’Educazione Nazionale Giuseppe Bottai. Tra le 35 opere, oltre ad alcuni dipinti di carattere viareggino, espone anche il grande trittico G.I.L. già presentato al Premio Cremona del 1941; il dipinto Paese Toscano viene acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma.
Krimer, nella lunga prefazione al catalogo, nota la forza con cui Catarsini coglie l’atmosfera del paesaggio viareggino: “… Il paesaggio versiliese è in genere dolcissimo, toni caldi, tenui, delicati; azzurro del cielo e del mare, verde argento degli olivi, verdi cupi dei pini, verdi brillanti dei prati, chiaroscuri delle Apuane, ori delle spiagge… C’è da cadere nella pittura banale, retorica, troppo pulita e troppo dolce, la pittura di Catarsini, invece, è forte. Di Viareggio ha saputo cogliere l’atmosfera, non quella, certo, della variopinta e provvisoria Viareggio estiva, ma della Viareggio marinara, della Viareggio che esiste veramente…”
L’11 luglio riceve una lettera dall’amico e pittore Carlo Vannucci detto Bocco, prigioniero a Bombay. Vannucci gli chiede notizie del Premio Cremona e della Mostra Estiva viareggina, e gli chiede di salutare Danilo di Prete.
Partecipa alla IV Quadriennale d’Arte Nazionale a Roma con il dipinto Paesaggio.


1944

Sfolla con la famiglia a San Martino in Freddana, dove gli abitanti gli chiedono di abbellire la parrocchiale in cambio di pochi soldi e beni di prima necessità: farina, olio, vino. Per il catino dell’abside della chiesa, ricostruita in stile eclettico nel 1904 intorno al superstite campanile romanico, Catarsini realizza un grande affresco con un’iconografia unica. In mezzo a un’esplicita raffigurazione della guerra, con carri armati, aerei bombardieri, case distrutte dai bombardamenti e figure dolenti di sfollati con le loro povere cose, la Madonna scende dal cielo bella e ieratica per consolare gli uomini e dar loro speranza con il suo sguardo sereno, accolta da San Martino e San Paolino. Gli abitanti del paese fecero da modelli, e il pittore stesso si ritrasse nella figura di San Paolino. Nelle due scene ai lati dell’altar maggiore sono raffigurate La cena in Emmaus e l’Incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo.


1945

Nella Chiesa di San Tommaso a Castagnori, un piccolo borgo della Val Freddana, realizza ai lati dell’altar maggiore La Moltiplicazione dei pani e Gesù e i pescatori sul lago di Tiberiade, affreschi che, dopo molti anni di abbandono, sono stati finalmente restaurati nel 2007, quando la chiesa è stata riaperta al culto. Gli affreschi sono firmati “A. Catarsini da Viareggio dipinse A.D. 1945”, a conferma del suo profondo senso di appartenenza alla città natale.
Nello stesso anno è presente con due Darsene e un Autoritratto alla Prima Mostra Estiva Viareggina del dopoguerra. In agosto riceve una nuova lettera dall’amico Carlo Vannucci (questa volta dal campo di prigionia di Cowra in Australia, dove era stato trasferito) che si complimenta con lui per il dipinto Donne nel rifugio, di cui Catarsini era riuscito a inviargli una foto: “questa tua opera è la migliore opera da te fatta. In essa vi è un’atmosfera , che si vede è stata da te vissuta…” e per aver varcato le soglie della Biennale Veneziana, che “vuol dire essere in cima alla vetta tanto agognata”. A ottobre partecipa alla Mostra Provinciale d’Arte organizzata dalla Società di Belle Arti di Lucca con tre opere, Fiori secchi, Padule e Natura Morta-Fichi.


1946

In agosto partecipa a Forte dei Marmi alla Mostra d’Arte Versiliese con cinque opere, tra cui due nature morte, presenti fra gli altri Renato Santini, Danilo di Prete Ruggero Sargentini, Ugo Guidi. A dicembre espone al «Saloncino Baldi» di Prato.
L’antico Palazzo Comunale in Via Regia, dove l’artista aveva lo studio, deve essere abbattuto per problemi di stabilità dovuti alle ingiurie della guerra, e il Comune gli assegna così un nuovo studio nei sottotetti di Palazzo Paolina. Lo studio, che si raggiunge per una scaletta ripida e quasi segreta, è ampio e freddo, ma col tempo si riempirà di pochi mobili e molti quadri e disegni, tavolozze e pennelli ammonticchiati ovunque, e scaffali pieni di libri. In queste stanze dal silenzio ovattato Catarsini dipingerà fino alla fine della sua lunga vita.
A settembre partecipa al I Concorso Nazionale di Pittura “Premio Prato”, al Collegio Cicognini di Prato. A novembre partecipa con un Autoritratto alla Mostra della Collezione Consolazio-Gemito-Irolli-Pratella e II Autunnale Toscana del Ritratto e Autoritratto degli artisti del ‘900, a Palazzo Strozzi a Firenze. Lavora per conto della Sovrintendenza di Pisa al restauro di un soffitto settecentesco nel Palazzo Ducale di Massa.


1947

In agosto al Casinò Circolo dei Reduci di Viareggio si tiene una sua personale con prevalenza di opere dal 1946 al 1947, Leonida Repaci acquista una natura morta.
Partecipa alla Mostra Viareggina d’Arte, Premio Manfredo e Ciro Bertini, organizzata dalla Sezione di Viareggio del Partito Comunista Italiano, presentando due Darsene e un Autoritratto.
A dicembre partecipa al Premio Lucca Mostra di Pittura e Scultura della Galleria d’Arte Bruno Vangelisti con le opere Baracche sulla spiaggia e Natura morta, e viene segnalato dalla Giuria presieduta da Carlo Hautmann e composta, fra gli altri, da Arturo Dazzi, Gianni Vagnetti, Guido Peyron.
Da quest’anno viene invitato al Premio Nazionale di Pittura Francesco Paolo Michetti a Francavilla al Mare in Abruzzo. Restaura la decorazione dell’abside della Chiesa di Frati a Pietrasanta, meglio conosciuta come Chiesa di San Francesco.


1948

A febbraio espone a Roma in una collettiva di pittori toscani alla «Galleria Po», assieme a Renato Santini e Vittorio Morelli: Catarsini presenta dieci dipinti con soggetti viareggini.
Partecipa alla Rassegna Nazionale d’Arte Figurativa promossa dall’Ente Autonomo Esposizione Quadriennale d’Arte (V Quadriennale) di Roma con l’opera Ragazza di casa. La mostra, inaugurata il 14 marzo alla Galleria d’Arte Moderna a Valle Giulia, viene accolta come la più importante manifestazione nazionale dalla Liberazione. Nello stesso anno è presente alla XXIV Biennale di Venezia con il dipinto a olio Paese del 1946. Si avvicina al neonato Fronte Nuovo delle Arti, di cui fanno parte Turcato, Birolli, Vedova, Santomaso, Corpora, Guttuso, Leoncillo e Afro, che proprio alla Biennale presentano il Manifesto del Neocubismo, che inserisce nel filone postcubista una narrazione lirica e una nuova strutturazione dell’immagine. Da questa attenzione alle nuove forme, mescolandola al meccanicismo di Leger e all’estetica surrealista di Breton, Catarsini trae il “Simbolismo Meccanico”, che svilupperà soprattutto negli anni fra il ’50 e il ’70. Le opere di questo periodo uniscono spesso immagini tecnologiche ad altre surreali, con enigmatici risultati di grande ambiguità visiva. Catarsini si accosta a tutti i linguaggi delle avanguardie, senza seguire però un percorso cronologico o comunque progressivo, ma scegliendo di volta in volta ciò che lo stato d’animo e l’urgenza formale gli suggeriscono.
A luglio partecipa alla Mostra Nazionale di Pittura e Scultura, Gran Premio «Forte dei Marmi» ed a agosto è al Premio Nazionale di Pittura F.P. Michetti a Francavilla al mare con tre dipinti: Nudo, Canale a Viareggio e Sede dei Canottieri a Viareggio.
Partecipa al Premio Poggibonsi esponendovi Cantiere Navale, Vecchia Viareggio e Gasometro, e al Premio Lucca, nelle sale del Teatro del Giglio, dove presenta due opere: Cocomeraio e Modelle. Nella giuria del Premio anche Carlo Ludovico Ragghianti.
La Confraternita dell’Annunziata di Viareggio incarica il pittore di dipingere una nuova Annunciazione, da porre sull’altar maggiore della piccola chiesa situata vicina alla Torre Matilde, nella zona della vecchia Viareggio che aveva visto i natali del pittore. La grande tela doveva ricalcare la precedente (forse di scuola Bolognese del XVII secolo, da altri attribuita alla mano di Suor Eufrosina Burlamacchi, nota miniatrice della stessa epoca), molto amata dai Viareggini, acquistata nel 1818 e distrutta durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Catarsini accoglie la commissione con entusiasmo, e il giorno della presentazione e della benedizione del nuovo dipinto in chiesa una grande folla si stringe commossa attorno al pittore. Catarsini alla base del dipinto pone la sua firma e una scritta in latino: Antiquam Huius Delubri Tabulam Bello Deletam Catarsinius Pictor Refecit Anno D. MCMXLVIII. Il dipinto è ancora in situ e venerato dalla popolazione.


1949

Si batte perché il monumento raffigurante Viani, che lo scultore Arturo Martini aveva donato alla città, sia esposto all’aperto, così come erano le volontà dello scultore e il desiderio delle vedova Giulia Viani, che in un lettera del 20 marzo così gli scrive: “La ringrazio vivamente del Suo interessamento per il bellissimo monumento di Arturo Martini, che fu veramente donato dall’Illustre Artista per essere messo in una piazza di Viareggio alla luce del sole e non per essere condannato a vivere nell’ombra in eterno. Questo era veramente il desiderio dell’Illustre Artista, posso anch’io testimoniarlo, affinché l’immagine di Lorenzo Viani viva nei secoli.” Da questa data e fino al 1959 terrà una fitta corrispondenza con Giulia Viani.
Scrive al Presidente del Comitato Carnevale, Carlo Alberto Sargentini, fratello del pittore Ruggero, proponendo un progetto innovativo per la composizione della giuria che deve assegnare i premi. Conosce il giovanissimo Raffaello Bertoli, poeta e giornalista, che diverrà suo amico ed estimatore per tutta la vita. Insieme frequentano “La Bottega dei Vàgeri”, fondata nel 1942 da Cristoforo Mercati (Krimer) e dal poeta Elpidio Jenco, e il Centro Versiliese delle Arti, che lo stesso Krimer aveva fondato nel dopoguerra per la promozione delle arti in Versilia, dove si incontravano molti artisti e intellettuali dell’epoca: Fortunato Bellonzi (segretario della Quadriennale romana), Giovanni March, Mino Maccari, Arturo Dazzi, Renato Santini, Franca Taylor, Fausto Maria Liberatore, Alfredo e Norge Simonetti.
Partecipa con quattro disegni e un bozzetto per affresco alla Prima Mostra d’Arte Sacra, nella Chiesa di San Cristoforo a Lucca.


1950

Nel numero di gennaio della Rivista Ausonia Lettere e Arti nel Mondo pubblica una nota per la retrospettiva di Viani in programma alla XXV Biennale di Venezia.
Inizia a corrispondere con Garibaldo Alessandrini, poeta e scultore di Ripa di Querceta. È presente alla Mostra Nazionale di Pittura «Golfo della Spezia».
In marzo alla Galleria La Ruota di Lucca, espone ventuno dipinti, in prevalenza visioni di Viareggio; Michele Biancale nel piccolo depliant scrive: “Il Catarsini è placido, assorto, idilliaco, di bel colore luminoso, di composizione accorta, ma semplice. Esce dalle sue tele una Viareggio meno mistica e meno drammatica, meno patetica e apocalittica, come in Viani, ma più tranquilla, serena, accogliente.”
Alla Terza Mostra Interprovinciale del Tirreno che si svolge al Giardino Botanico di Lucca, la giuria composta da Felice Casorati, Raffaele De Grada e Publio Morbiducci, segnala il suo dipinto Sede di canottieri. Partecipa con il dipinto Le sartine del 1943 ca., alla prima edizione del Premio nazionale di Pittura Città di Gallarate, nato per costituire la Civica Galleria d’Arte Moderna della città.
Partecipa alla XXV Biennale veneziana con il dipinto Il Cantiere. Nell’occasione Carlo Carrà commenta: “Io farei necessariamente molta attenzione a questo giovane, non più giovanissimo, perché la sua pittura avrà sicuramente qualcosa da raccontare in un giorno non lontano”.
In estate presenta il dipinto Giardini alla Biennale al IV Premio Nazionale di Pittura F. P. Michetti, a Francavilla al Mare, sempre nella stessa manifestazione partecipa anche al concorso per un dipinto sacro con Il Battesimo di Cristo.


1951

Inizia a insegnare Decorazione e Disegno Musivo all’Istituto d’Arte Stagio Stagi di Pietrasanta, dove in seguito coprirà la cattedra di Disegno dal Vero che terrà fino al


1969

In questi anni lavora anche per il mosaicista veneziano Favret che ha lo studio a Pietrasanta e per la Ditta Ciocchetti sempre a Pietrasanta.
Vince con il dipinto Darsena viareggina il primo premio ex aequo al Premio di Pittura Bagni di Lucca. La Galleria Fratini a Viareggio gli dedica una mostra monografica a carattere marinaro.
Nel fascicolo n. 9 di Esperia, Rivista di Cultura e Turismo delle Regioni Italiane esce un articolo su di lui, scritto da Garibaldo Alessandrini e illustrato con due suoi disegni.
È ammesso con l’opera Monache al mare alla Prima Biennale Internazionale d’Arte Marinara, indetta per le celebrazioni colombiane presso il Palazzo dell’Accademia in Piazza de Ferraris a Genova. La giuria della manifestazione è composta da artisti e critici internazionali fra cui Graham Sutherland, Fernand Leger, David Alfaro Siquieros, Giulio Carlo Argan, Renato Guttuso e Carlo Carrà.
A dicembre espone sei lavori (fra cui Darsena, che aveva ottenuto il primo premio al Premio Bagni di Lucca) a una collettiva di pittori viareggini alla Galleria Fratini di Viareggio
Partecipa alla VI Quadriennale Nazionale d’Arte a Roma, dove presenta un Autoritratto del 1948. La mostra presenta più di mille artisti fra viventi e scomparsi, e realizza una grandissima affluenza di pubblico.
Da dicembre inizia a collaborare a Scena Illustrata, su invito del Direttore Rodolfo M. Foti su presentazione di Giulia Viani, con cui Catarsini ha un rapporto di stima e amicizia.


1952

L’8 aprile, insieme agli altri artisti che hanno partecipato alla VI Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, è ricevuto in udienza da Sua Santità Pio XII.
A maggio partecipa con due disegni e il dipinto Cocomeraio del 1948 alla mostra Mezzo Secolo d’Arte Toscana 1901-1950 a Palazzo Strozzi a Firenze e a giugno è presente alla prima Rassegna del Disegno Italiano Contemporaneo, che l’antica Compagnia del Paiolo organizza alla Logge degli Uffizi. In primavera tiene alcune conferenze sull’arte al Circolo Culturale Studentesco “Giacomo Puccini” di Torre del Lago.
In estate espone il dipinto Il Cantiere al Primo Premio Nazionale di pittura e scultura “Lorenzo Viani”, che si tiene a Lido di Camaiore.
Il 10 agosto Giulia Viani invia a Catarsini una lettera di ringraziamento in cui scrive: “… Ho letto il bellissimo articolo che racchiude tante e profonde verità. Ella ha profondamente compreso la complessa personalità di uomo e di artista del nostro ‘Lorenzo’ e fa capire ampiamente l’ambiente sociale che servì a preparare ‘quella sensibilità necessaria da renderlo magnifico interprete dell’umano dolore’ …”
Partecipa alla Mostra Nazionale d’Arte di Trieste con il dipinto Figura. Alla fine dell’anno tiene una personale al Caffè Bacchino di Prato, dove presenta alcune Darsene Viareggine e una serie di monotipi.


1953

In giugno partecipa alla Mostra Collettiva degli Artisti Viareggini e Versiliesi alla Bottega dei Vageri, presso lo Stabilimento del Principe di Piemonte, ex Casinò.
In data 10 marzo la rivista francese La Revue Moderne Illustrée gli richiede informazioni sulla sua carriera artistica, per la pubblicazione di uno studio a lui dedicato. A dicembre partecipa a Pontedera alla VI Mostra d’Arte con tre opere: Barche in riparazione, Darsena Vecchia e Natura morta.


1954

A marzo tiene una personale con trentasei opere, fra cui molti monotipi, al Centro Versiliese delle Arti – La Zattera dei Vàgeri a Viareggio in via Don Bosco. Nella piccola presentazione alla mostra Catarsini scrive: “…Fra il grigiore monocromo di questi “monotipi”, vi è intercalata la macchia del colore delle mie pitture; piccole cose, talune solo rapide impressioni, appartenenti a periodi diversi, dalle quali si può apprendere l’ansia che affligge ogni artista nella ricerca di una nuova sintassi, di un linguaggio più energico, più comunicativo…” .
A maggio partecipa a Roma alla Mostra Internazionale del Centro delle Arti «Quo Vadis» con il dipinto Darsena.
A giugno è presente a Firenze alla Seconda Rassegna del Disegno Italiano Contemporaneo, organizzata alle Logge degli Uffizi dall’antica Compagnia del Paiolo. A settembre partecipa alla mostra di pittura estemporanea “Visioni di Lucca”, organizzata dal Centro Versiliese delle Arti e sotto gli auspici del l’Ente Provinciale per il Turismo, e riceve la targa dell’Amministrazione Provinciale.
A ottobre si apre a Livorno una mostra del Gruppo dei Vàgeri, a cura del Centro Versiliese delle Arti con una Retrospettiva di opere di Lorenzo Viani; Catarsini è presente con due opere: Zona industriale e Vecchia Darsena.
Partecipa alla Mostra Nazionale di Pittura a Frattamaggiore, in provincia di Napoli, organizzata nella cosiddetta “città della canapa”, e vince il primo premio ex aequo aggiudicandosi 200.000 lire per il dipinto Pettinatura della Canapa, che in seguito verrà posto nella nascente Pinacoteca Comunale della città. Alla mostra, la cui Commissione Giudicatrice è presieduta da Arturo Dazzi, partecipano oltre 200 artisti.
A novembre, per Decreto del Presidente della Repubblica in data 2 giugno 1954 e con parere favorevole del Prefetto di Lucca Dott. Zacchi, Catarsini viene insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”.


1955

Ad aprile partecipa alla Mostra Nazionale del Ritratto che si tiene a Firenze alla Casa di Dante, dove espone il dipinto Ragazza di Casa.
Al III Premio di Pittura Estemporanea alla Rotonda dell’Ardenza a Livorno vince il Premio Giovanni Bartolena, e all’estemporanea di Tirrenia “Colori di Tirrenia” vince il secondo premio ex aequo con il dipinto Marina con cabine.
Riceve le congratulazioni del Prefetto di Lucca per l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”. Alla Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea a San Benedetto del Tronto gli viene conferita una medaglia e un diploma per le sue alte qualità artistiche. E’ presente al I Premio Amedeo Modigliani Città di Livorno dove presenta il dipinto Cantiere. Partecipa alla VII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma con l’opera Monache sulla spiaggia. A ottobre ritorna a Frattamaggiore per partecipare alla Mostra Nazionale di Pittura «Città di Frattamaggiore».
Il 26 novembre si inaugura una personale con ventiquattro dipinti alla Casa di Dante a Firenze, e a dicembre espone a Palazzo Moroni a Pietrasanta, sede del Circolo Artisti Versiliesi, dove nel corso dell’anno ha tenuto applaudite conferenze sull’arte.


1956

Per iniziativa del Centro Versiliesi delle Arti e del Sindaco di Viareggio Dott. Catelli viene spedita al Principe Ranieri una cassa contenente sei dipinti con vedute della città, come dono per le nozze con Grace Kelly. Il dono fu molto gradito dal Principe, che ringraziò vivamente il Centro Versiliese delle Arti e i sei autori: Catarsini, Gaddi, Francesconi, Mazzanti, Paszun e Pieraccini.
Partecipa alla Collettiva di Pittori Viareggini alla Bottega dei Vàgeri, assieme, fra gli altri, a Danilo di Prete, Renato Santini, Evelina Gaddi, Mario Cosci e Antonio Francesconi; la mostra viene inaugurata dal Sindaco Catelli.
Propone a Krimer, direttore del Centro Versiliese delle Arti, di organizzare una mostra collettiva itinerante di pittura toscana contemporanea per le varie città della Toscana.
In estate, al Museo di Lindau, sulla sponda tedesca del Lago di Costanza, viene inaugurata una mostra collettiva di artisti del Centro Versiliese delle Arti, con opere di Catarsini e di altri 36 artisti.
In estate concorre al Premio del Lauro d’Oro Vallombrosa per le Arti Figurative, che si tiene durante il Premio Vallombrosa di Poesia e Giornalismo, e una sua opera viene prescelta fra i cinquanta espositori selezionati dalla giuria. Sempre in estate partecipa a Carrara alla mostra di opere a soggetto marino Triglia d’Oro, e a Francavilla al Mare al Premio F. P. Michetti. Ad agosto dona un’opera per una mostra in favore dell’Unicef, che si tiene all’Accademia di Belle Arti di Carrara.
A ottobre la Bottega dei Vàgeri gli dedica una grande personale, con ottantacinque opere fra olii, disegni e monotipi. La mostra è presentata in catalogo da Pier Carlo Santini, e ottiene un grande successo di pubblico e critica.


1957

A febbraio partecipa a Napoli all’Esposizione del Sindacato Internazionale d’Arte Pura che si tiene nelle sale del Maschio Angioino.
Alla fine di marzo tiene una personale a Roma, alla Galleria della Libreria Macchia, con opere di piccolo formato; all’inaugurazione sono presenti Leonida Rèpaci, Fortunato Bellonzi e Marcello Venturoli. Pier Carlo Santini parla di “felicità di un’evocazione affidata a pochi tocchi”. Partecipa al Primo Premio Querceta di Pittura e Scultura. Presenta quattro olii e una ventina di disegni alla Collettiva di Artisti Viareggini e Versiliesi della Bottega dei Vàgeri, i suoi lavori sono notati per il grande pregio spirituale e la grande sensibilità. Viene premiato per il dipinto Natura morta al Concorso Nazionale di Pittura e Disegno, organizzato dalla Società di Belle Arti e dal Circolo degli Artisti di Firenze. Partecipa in giugno al concorso per il Quadro minimo a Firenze, vincendo il primo premio ex aequo, e in agosto al Premio Vallombrosa.
Alla III Mostra-Concorso Nazionale del Ritratto Contemporaneo, organizzata in ottobre dalla Società delle Belle Arti alla Casa di Dante di Firenze, vince il Premio Olivetti per l’opera Ritratto della modella.


1958

A gennaio partecipa alla prima rassegna I Maestri e i Pittori Toscani Contemporanei alla Galleria d’Arte Moderna “La Permanente” a Firenze.
Viene chiamato a presiedere la Giuria del Premio Amiata 1958 di Arti Figurative ad Abbadia di San Salvatore.
Partecipa alla XXXIX Mostra Concorso della Grande Medaglia della Società delle Belle Arti e Circolo degli Artisti di Firenze, vincendo con il dipinto Stoccafissi il Diploma d’onore e la medaglia della Società. Partecipa al Primo Premio di Pittura ex tempore Butterfly a Torre del Lago, vincendo il secondo premio con il dipinto I barchini. A giugno è nella giuria del III Festival delle Pittrici Toscane organizzato dal Centro Versiliese per le Arti e dall’Azienda Autonoma della Versilia. Dona un dipinto per il monte premi del Premio di Poesia «Franco Viani», organizzato dal Centro Versiliese delle Arti e da Giulia Viani in ricordo del figlio Franco.
A luglio è a Roma, per una collettiva di artisti della Versilia alla Galleria Macchia organizzata con Il Centro Versiliese delle Arti. In agosto partecipa al Premio F. P. Michetti a Francavilla al Mare in Abruzzo. A settembre presenta la mostra di Krimer Fantasie colorate alla Buca di Giotto a Pisa, è presente anche Giulia Viani, vedova di Lorenzo.
Scrive i racconti Il mio Agnellino e La festa di Santa Lucia e Giulia Viani in una lettera del gennaio successivo gli scrive: “… ‘Il mio agnellino’ mi ha veramente commosso: ‘Annetta’ mi è sembrata una di quelle donne disegnate dal nostro Lorenzo, di quelle madri popolane che sentono fortissimo l’affetto materno, disfatte, inebetite da una vita di stenti…”; gli invia, inoltre, una cartolina con un’immagine di Viani intento a scrivere.
A novembre entra a far parte del Comitato esecutivo per la Fiera del Libro di Viareggio e il 31 dicembre viene annoverato fra i soci dell’Accademia Tiberina di Roma. L’Accademia Tiberina, fondata nel 1813, ha come scopo mantenere viva la fiamma degli studi artistici, storici, letterali e scientifici in Italia e nel mondo; accademici tiberini sono stati, fra i tanti: Antonio Canova, Ugo Foscolo, Silvio Pellico, Massimo D’Azeglio e Guglielmo Marconi.


1959

A gennaio riceve i complimenti del Sindaco di Viareggio Antonio Catelli per essere stato ammesso all’Accademia Tiberina.
Partecipa alla Seconda Biennale Versiliese d’Arte. A giugno partecipa al Premio Ramazzotti a Milano, ed espone alla mostra che si tiene al Palazzo della Permanente. Nello stesso anno il figlio Orazio si trasferisce a Messina per insegnare Clinica Veterinaria all’Università della città, dove rimarrà a vivere. Partecipa all’VIII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma. In giugno il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi lo nomina Ufficiale della Repubblica in virtù delle sue particolari benemerenze, e diventa membro effettivo dell’Academia Latinitati Excolendae a Roma. Partecipa alla Mostra Internazionale d’Arte Figurativa “Il Capolavoro” al Palazzo delle Esposizioni di Roma dove riceve una medaglia doro.


1960

In estate è nella commissione giudicatrice per l’assegnazione del premio per la miglior copertina alla quinta Fiera del Libro di Viareggio, vinto dall’Editore Canesi di Roma per il libro di A. D. Rogers Rapporto sullo spionaggio. In questo periodo tiene una vivace corrispondenza con Arturo Dazzi. In luglio l’editore sarzanese Marco Carpena, ideatore del premio letterario “Enrico Pea”, lo ringrazia per l’invio di alcuni “preziosi” disegni. A settembre prende parte alla Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea ispirata alla caccia che si tiene a Firenze ed è fra gli organizzatori del Premio Margherita d’oro al Gran Caffè Margherita di Viareggio. A dicembre partecipa a Terni al Concorso Nazionale di Pittura e Incisione XI Premio Città di Terni. Ospita per alcuni mesi nella sua casa il pittore e disegnatore brasiliano Aldemir Martins assieme alla moglie Cora e alla figlia Mariana, durante la loro permanenza in Italia per una borsa di studio alla Biennale di Venezia. Martins aveva partecipato alla Biennale di Venezia del 1956, dove aveva ricevuto il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In quei mesi italiani Martins e Catarsini amano disegnare insieme; Catarsini è colpito dal lavoro di Martins, e sarà influenzato dai suoi disegni elaboratissimi e dai suoi dipinti dai colori esuberanti. La loro amicizia e la loro stima reciproca rimarranno anche dopo il ritorno di Martins in patria.


1961

Partecipa al Premio Nazionale di Paesaggio Autostrada del Sole, indetto dalla Quadriennale d’Arte di Roma. L’editore Vallecchi di Firenze lo invita a partecipare all’Agenda Vallecchi 1961 con disegni e testi. Si reca a Messina, dove il figlio già da due anni insegna all’Università, per partecipare alla Mostra di Bianco e Nero Omaggio alla Poesia di Vann’Antò, nel primo anniversario della morte del poeta (Giovanni Antonio Di Giacomo, detto Vann’Antò, fu poeta dialettale e professore universitario di tradizioni popolari).
In estate ritorna a far parte della commissione giudicatrice per l’assegnazione del premio per la miglior copertina alla sesta Fiera del Libro di Viareggio, nella giuria anche il Sindaco Catelli, Uberto Bonetti e Franca Taylor.
Partecipa alla Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea di Pittura e Bianco e Nero di San Benedetto del Tronto, dove era già stato presente nel 1955 e nel 1959.
Inizia a collaborare con il quotidiano La Nazione nella cronaca di Viareggio, con la rubrica I bozzetti di Alfredo Catarsini.
Durante gli anni del suo insegnamento all’Istituto d’Arte di Pietrasanta rinnova la biblioteca e chiama importanti artisti e letterati a visitare la scuola e tenere lezioni. Nel 1961 saranno ospiti Leonida Rèpaci e Francesco Messina.


1962

A febbraio partecipa alla VI Mostra-Concorso Nazionale del Ritratto Contemporaneo, alle Gallerie dell’Accademia, a Firenze.
Presenta alla Galleria «San Luca» di Roma, in via del Babuino, un’antologica di circa sessanta opere che rappresentano tre fasi importanti della sua pittura: il Realismo, il Riflessismo e il Neosurrealismo. Leonida Rèpaci firma la lusinghiera presentazione del catalogo.
L’amico Aristide Coluccini, pittore e scultore originario di Valdicastello, in una lettera del 27 febbraio gli scrive “… ti auguro un buon successo e credo che sarebbe ora di valorizzare artisti che pur vivendo in provincia lavorano seriamente e continuamente …”.
Per Catarsini vivere in Versilia era sempre stata una scelta voluta e meditata, ben consapevole che la dimensione provinciale non toglieva, ma arricchiva la sua ricerca artistica: “… Vivere in provincia non significa estraniarsi dal grosso enigmatico mondo delle arti, anzi viverci significa recepirlo in una dimensione più umana ed essenziale…”.
A maggio tiene una personale alla Galleria Il Fondaco di Messina, e a luglio espone alla XIX Mostra Marinara di Livorno.
A luglio è presente alla Prima Mostra Nazionale di Sarzana dove vince la Medaglia d’Oro con il dipinto Paesaggio toscano. Il Sindaco di Viareggio Prof. Antonio Catelli si congratula con lui in una lettera del 21 luglio.
Ancora una volta è tra i membri della giuria per l’assegnazione del premio per la migliore copertina alla Fiera del Libro di Viareggio.
Alcune sue opere vengono inserite nel Catalogo delle Raccolte del Gabinetto Disegni e Stampe dell’Istituto di Storia dell’Arte di Pisa, una raccolta pubblica di grafica contemporanea costituita da oltre 8.000 opere su carta. La raccolta era stata ideata e voluta da Carlo Ludovico Ragghianti, che nel 1958 aveva rivolto un invito ad artisti italiani e stranieri perché collaborassero alla sua formazione.
Prende parte alla commissione giudicatrice per la redazione del Manifesto Ufficiale per la canonizzazione del Beato Pucci, l’amatissimo “Curatino” di Viareggio mancato nel 1892, il cui ricordo è ancora vivamente sentito nella città, per il tanto bene fatto alla comunità di cui era stato Parroco per ben 48 anni.


1963

Nella Saletta del Gran Caffè Margherita della sua città si inaugura il 31 marzo una personale di trenta opere, che avrà grandissimo successo.
Partecipa alla Seconda Mostra Nazionale del Quadro Minimo presso la Galleria Bizacuma di Pontedera.


1964

Il 18 gennaio si inaugura una sua personale alla Galleria GAI (Galleria d’Arte Internazionale) di Via Tornabuoni a Firenze; nel catalogo testi di L. Rèpaci, P. C. Santini e G. Rago.
In giugno è a Monaco di Baviera per la mostra di gruppo Catarsini, Guidi, Orlandi, Puliti, organizzata dalla Galleria Atelier Monpti e dall’Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera per il premio Atelier Munchen Schwabing 1964. Alla mostra gli viene assegnato il premio Dante Alighieri.
Ad agosto partecipa al Premio Rotonda alla Pineta dell’Ardenza a Livorno, e a settembre espone alla Mostra Artisti Italiani Contemporanei presso la Galleria d’Arte «Primo Piano» di Padova. A Firenze partecipa alla Seconda Rassegna Internazionale dedicata alla Caccia con il dipinto Nidi del Picchio, che viene premiato. A dicembre per un’asta benefica organizzata dalla Galleria «La Navicella» di Viareggio dona il dipinto Pescherecci all’ancora.


1965

A maggio partecipa a Firenze alla IV Mostra Nazionale Arte Sport Trofeo Medaglia, mentre in agosto è presente al Primo Premio Nazionale di Pittura Corciano 1965 in Umbria. Al Premio Internazionale Europa Arte 1965, riceve una pergamena di merito per l’ampia e meritoria attività artistica.


1966-1967

A giugno espone alla mostra Artistes Italiens Contemporains alla Galleria «La palette bleue» di Parigi; a settembre la stessa mostra passa alla Galleria «Primo Piano» di Padova con il titolo Collettiva di Artisti Italiani Contemporanei.
Partecipa alla Mostra di Natale e al Premio Annuale di Storia dell’Arte organizzati dal Centro di Documentazione e Manifestazioni Culturali dell’Istituto Europeo di Storia dell’Arte di Milano, e viene premiato con la Stella d’Argento al Premio Annuale dell’Istituto Europeo. Nel 1967 prende parte al 2° Premio Nazionale Charitas con i dipinti di soggetto religioso Bussa ti sarà aperto e In cerca di carità.


1968

A marzo inizia a collaborare con il mensile Versilia oggi, fondato da Giorgio Giannelli nel 1966, con racconti e articoli accompagnati da suoi disegni che ritraggono i personaggi e le atmosfere descritte; la rubrica si intitola Incontri con Catarsini, e la collaborazione continuerà fino al 1982.
Il 5 aprile tiene sotto la Torre Matilde la commossa orazione funebre pubblica per Moses Levy, prima che la salma venga traslata verso il cimitero ebraico di Pisa.
Tiene una personale nella sala mostre del Gran Caffè Margherita a Viareggio, con opere dal 1945 al 1968.
Lascia l’insegnamento all’Istituto d’Arte Stagio Stagi di Pietrasanta, dove negli ultimi anni gli era stata assegnata la cattedra di Disegno dal vero.


1969

Con le Edizioni del Testimone di Lucca pubblica il suo primo romanzo, Giorni neri, la cui storia prende spunto da un accadimento autobiografico legato alle vicissitudini dello sfollamento e della lotta partigiana.
L’autore descrive con prosa lirica i luoghi e i personaggi di una vicenda che si snoda nei duri anni della lotta clandestina di Liberazione in Lucchesia. Scrive Catarsini nella presentazione: “… Originariamente questo scritto venne fuori da numerosi appunti… della guerriglia clandestina vi sono degli episodi (romanzati) della dura vita trascorsa alla macchia di alcuni sfollati.”
In questo periodo la sua ricerca pittorica prosegue nello sviluppo di temi legati al Simbolismo meccanico.
In dicembre il critico Pier Carlo Santini visita il suo studio a Palazzo Paolina. Partecipa con tre Composizioni Meccaniche alla Decima Mostra degli artisti della Provincia di Lucca, che si tiene al Real Collegio. Il 28 dello stesso mese si apre una sua importante mostra alla Galleria d’Arte Il Fondaco di Messina, che resterà aperta fino al 9 gennaio dell’anno seguente. Sempre a dicembre, alla Galleria La Fenice di Antonio Barghini a Lido di Camaiore, partecipa ad una collettiva dove sono presenti anche opere di Santini, Liberatore, Pardini, Acci, Saporetti, Chini e Viani.


1970-1971

La Casa Editrice Bugatti gli dedica una monografia nella collana “Protagonisti dell’Arte Contemporanea”. Pier Carlo Santini vi scrive: “…Oggi Catarsini esplora il mondo delle macchine: macchine arcaiche entro ambienti saturi di esalazioni e di fumosità: ruote, pulegge bobine, volanti che si intravedono assorbiti entro segni enigmatici, o che risaltano improvvisi tra la materia corrotta e trasudante. E insieme a questi ordigni di destinazione incerta ma di destino assegnato vediamo emanazioni e raggi divergenti, con presenze e fluidi che contaminano l’aria e soffocano il respiro. E’ un modo, quello di Catarsini, di ribadire la solitudine dell’uomo soverchiato da quell’ingranaggio che ha creato con le sue stesse mani…”
Nel 1971 a Viareggio partecipa alla Mostra di Pittori Viareggini degli anni ’40 e tiene una personale alla Galleria La Conchiglia. Stringe amicizia con Paolo Barsacchi, di cui seguirà affettuosamente la carriera politica. Viene invitato dal Centro Culturale Interarte all’Exposition de la Peinture Italienne al Salon Babylon di Parigi dove vince la Medaglia d’Oro per l’opera Composizione Meccanica con la seguente motivazione “distintosi per originalità e creatività artistica”. Partecipa con quattro opere alla Mostra d’Arte nella Scuola Elementare di Giustagnana (piccola frazione del Comune di Seravezza), organizzata in ricordo delle mostre che Lorenzo Viani teneva in quegli stessi locali, dove insegnava la moglie. Alla settima edizione del Premio di Pittura Uliveto Terme vince la Medaglia d’Oro del Sottosegretario di Stato On. Loris Biagioni per il dipinto Composizione oggetti meccanici. Delle sue opere del Simbolismo meccanico così scrive Marcello Passeri: “Alfredo Catarsini è uno dei pochi pittori che sappiano (pur restando nel clima della critica) offrire una traduzione in chiave, diciamo pure, lirica della civiltà tecnologica. Nell’atmosfera, sempre ben resa, dell’emblematicità della macchina, anche la figura umana si fa rigida, meccanizzata o addirittura ridotta a fantomatica ed allucinante apparizione…”.


1972-1975

La GAI, Galleria d’Arte Internazionale di Firenze, organizza fra marzo e aprile una mostra in cui l’artista espone opere di tre periodi della sua arte. La mostra è presentata da Carlo Emanuele Bugatti.
In questi anni si dedica alle Composizioni Fantastiche, in cui il surrealismo si lega a forme naturali in una sintesi di forme inquiete. Nel maggio del 1973 tiene una personale di grafica allo Studio Lito di Viareggio. In ottobre il Circolo Culturale Ai Frati di Cagliari organizza una sua antologica al Convento di San Domenico.
Ma il 1973 è anche un anno molto doloroso per Catarsini, perché l’amata moglie muore a soli 71 anni. Catarsini si ritrae in alcuni disegni e dipinti con espressioni dolentissime, in questo periodo l’unica sua consolazione rimane l’arte.
Nel 1975 espone alla Galleria Buca del Barone di Empoli, e una sua opere è presente all’asta benefica della Galleria Giorgi di Firenze, a favore dell’Associazione Laici al Servizio delle Missioni.


1976

In marzo La Nazione pubblica un’intervista, fattagli da Emilio Paoli, in cui Catarsini descrive il perché del suo essere pittore: “Dipingere è un modo di esistere; questo esistere a momenti mi dà un senso di felicità, quasi mi esalta…”
Partecipa alla Mostra degli Insegnanti dell’Istituto d’Arte Stagio Stagi a Pietrasanta, e in ottobre tiene una personale alla Galleria La Conchiglia di Torino.


1977

Nei giornali di quell’anno si annunzia l’uscita di un suo nuovo libro intitolato Fra l’incudine e il martello, ambientato nella Viareggio degli anni ‘20 del ‘900, fra focolai anarchici e ideali socialisti, ma per varie ragioni il libro non sarà mai pubblicato. A luglio partecipa alla Prima Rassegna d’Arte Figurativa, Omaggio a Lorenzo Viani e Moses Levy, organizzata dalla Galleria Il Magazzino del Sale di Viareggio, sui viali a mare e in Piazza Mazzini. Sempre a luglio partecipa a Sarzana alla IX Biennale “Colori della Lunigiana”, dove presenta una composizione di oggetti meccanici. Durante il 47° Premio Letterario Viareggio ritrova Primo Conti, con cui manteneva rapporti di stima e amicizia sin dai primi anni trenta.
A ottobre partecipa a una Collettiva organizzata dal Magazzino del Sale in Corso Garibaldi a Viareggio.


1978

Viene chiamato dal Presidente del Comitato Carnevale a presiedere la giuria dei carri di grande e piccola categoria e dei complessi mascherati.
E’ presente alla mostra Arte a Lucca 1900-1945 al Palazzo Mansi di Lucca.
Partecipa alla XV e Ultima Edizione del Premio Nazionale di Pittura Figurativa Santa Margherita Ligure a cui aveva già partecipato in altre date. A Milano vince il Primo Premio di Pittura Triade con l’opera Le orfanelle, “per la sua forza espressiva in rapporto al dolore nella tragedia umana”.


1979

In estate è presente alla Collettiva presso il Centro d’Arte La Prora a Viareggio. Al Concorso Internazionale Trofeo Master, organizzato dal Centro Culturale San Marco di Milano, riceve il Primo Premio fuori concorso. Il 29 novembre la Rai gli rende omaggio con un servizio in Cronache italiane a cura di Romano Battaglia, che lo definisce “uno fra i più qualificati pittori viventi del romanticismo toscano”


1980

Incontra Vittorio Greco, che diventa il responsabile del primo archivio della sua opera grafica e pittorica. Inizia a soggiornare per lunghi periodi a Lodi, dove lavora la nipote Elena Martinelli.
A febbraio, partecipa a una Collettiva d’Arte che si tiene alla Galleria L’Approdo di Lido di Camaiore assieme ai più importanti pittori della Versilia, esposte anche opere di Lorenzo Viani e Galileo Chini. In giugno, presso il Circolo Culturale di Via Carlo Alberto a Torino, presenta la sua monografia alla presenza della stampa, della televisione Italiana e di Teleuropa.


1981

Il 23 giugno si apre a Palazzo Strozzi a Firenze una sua grande Antologica con più di duecento opere, ordinata da Vittorio Greco, con il patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Viareggio e dell’Azienda Autonoma del Turismo di Firenze.
Dona il dipinto Autoritratto per il costituendo Centro d’Arte Contemporanea della Città di Firenze; il dipinto viene registrato al n. 945 del Catalogo Generale.


1982

A Milano, in un’asta di Brerarte, un suo dipinto del 1957, del periodo del Simbolismo Meccanico, viene battuto per 10 milioni di lire.
In maggio si reca a Parigi, per una sua mostra alla Grande Salle della Camera di Commercio presso l’Ambasciata d’Italia. Vengono esposti 30 dipinti a rappresentare le varie fasi della sua produzione artistica: ritratti, paesaggi, nature morte e composizioni. Catarsini viene definito “Dernier Romantique de la Peinture Italienne,” e ottiene un grande successo di critica e pubblico.
A ottobre il Comune di Ferrara gli dedica una mostra antologica presso la Galleria d’Arte Moderna Massari e il Palazzo dei Diamanti, in cui sono presentate opere del periodo del Simbolismo Meccanico, in cui l’artista, già dagli anni ’50, indaga il dualismo uomo-macchina e l’invadenza sempre più cruenta di macchine di ogni tipo nella vita dell’uomo. Catarsini crea ibridi spesso drammatici ed enigmatici, in cui l’uomo lotta contro i congegni meccanici per conservare la sua dignità. Il 15 novembre il Sindaco di Viareggio Paolo Barsacchi scrive all’artista per porgergli i ringraziamenti del Presidente Pertini, a cui ha donato un suo dipinto.


1983

Il Comune di Viareggio dedica all’artista una Mostra Antologica a Palazzo Paolina, con ben centosettanta opere fra olii, acquarelli e disegni. La mostra è curata da Mario De Micheli, e in catalogo sono presenti testi critici dello stesso De Micheli, di Tommaso Paloscia e Franco Farina.
In ottobre al Circolo degli Artisti di Torino si inaugura una sua vasta antologica.


1984

Organizzata dal Centro Culturale Saint-Vincent presso l’Hotel Billia, si tiene a luglio una mostra omaggio alla sua arte, in cui vengono esposti anche alcuni dipinti inediti; nel catalogo testi di Mario de Micheli, Tommaso Paloscia, Paolo Levi e Franco Solmi.
Il 3 ottobre riceve un’affettuosa lettera di ringraziamento da Bettino Craxi, allora Presidente del Consiglio dei Ministri, per un’opera donatagli.
A novembre tiene una personale alla Galleria Il Triangolo di Cremona dove sono esposti molti paesaggi della Versilia.
Moltissime opere di Catarsini sono dedicate alla narrazione del mare, delle barche, dei marinai e dei pescatori, e delle povere cose legate alla pesca; nei suoi dipinti il pittore non registra l’ostentata allegria estiva, ma afferra la malinconia sottile che emana da questi luoghi e che non tutti riescono a cogliere, costruendo negli anni un poema pittorico della sua amatissima terra.
In dicembre la Regione Piemonte promuove una sua personale presso il Circolo Culturale Detto Dalmastro di Cuneo.


1985

Allo stabilimento balneare Domenici di Lido di Camaiore il pittore si inventa “l’Ombrellone della Sapienza”; sotto l’ombra fresca di un ombrellone ci si ferma a parlare di musica, arte, spettacolo e anche sport, per dare alle proprie vacanze una nota culturale e d’impegno.
In maggio un suo dipinto del 1951 viene aggiudicato in asta da Sotheby’s per più di quattro milioni di lire.


1986

Ad Arte Fiera di Bologna la Galleria Torinese Agorà San Lorenzo espone il dipinto Ciclisti, del 1942, che suscita grande interesse. A novembre muore prematuramente il senatore Paolo Barsacchi, estimatore e amico del pittore, che ne scrive un commosso ricordo sui giornali locali.


1987-1988

In estate continua a disegnare sul mare e a parlare d’arte e letteratura sotto “l’Ombrellone della Sapienza” al Bagno Domenici di Lido di Camaiore.
Partecipa alla Mostra Cultura Mercato 1988 a Sarnano in provincia di Macerata, fra le opere esposte Capanni sul mare del 1936 e Ciclisti del 1942. In dicembre il Comune di Milano gli dedica una mostra antologica dal titolo Alfredo Catarsini, sessant’anni di pittura, curata da Angelo Mistrangelo; nelle sale del Museo di S. Andrea sono esposti olii, acquarelli e disegni che ripercorrono l’intera carriera dell’artista, dai dipinti degli anni ’20 ai paesaggi e alle marine dedicate alla sua amata Versilia, agli inquietanti e intensi dipinti del periodo del Simbolismo Meccanico.


1989

In estate a Torino l’Associazione Piemonte Artistico e Culturale ospita una sua mostra di opere scelte dal 1920 al 1984, a cura di Angelo Mistrangelo. In questi anni trascorre lunghi periodi a Lodi, dove vive la nipote Elena; occupa il tempo disegnando e pedalando lungo l’Adda con la sua adorata bicicletta, da sempre il suo unico mezzo di locomozione. Catarsini si è sempre rifiutato di prendere la patente, ritenendo le macchine “scatole di sardine”, mentre la bicicletta era per lui “la più bella invenzione”. Proprio a Lodi, in ottobre, durante la rassegna di pittura Oldrado Da Ponte, gli viene assegnata la Medaglia d’Oro dell’Ottavo Premio Arvini, in riconoscimento di una vita trascorsa all’insegna dell’arte.


1990

Il 17 gennaio l’Amministrazione Comunale di Viareggio festeggia con una grande cerimonia il suo 91° compleanno, perché scaramanticamente Catarsini non aveva voluto festeggiare il 90°, presenti il sindaco Antonio Cima, gli assessori Aldo Belli e Alberto Ferrari, i pittori Renato Santini, Serafino Beconi e Giuliana Pardini, e numerosi ex allievi dell’Istituto d’Arte Stagio Stagi.
Continua a dipingere e andare in bicicletta per la sua amata Viareggio con la sua Isotta (così chiama la sua bicicletta).


1991

Il Comune di Viareggio omaggia il pittore con una mostra antologica nelle sale di Palazzo Paolina, nelle cui soffitte Catarsini ha il suo atelier da moltissimi anni. La mostra ripercorre tutto l’iter artistico del pittore offrendo un’ampia panoramica delle sue capacità. Personalità colta e sensibile, l’artista riporta nella sua Viareggio e nelle sue opere tutti i fermenti dell’arte nazionale e internazionale che si sono succeduti durante la sua lunga esistenza, sperimentando modi diversi di fare pittura senza mai abbandonare completamente un’esperienza per un’altra. Assimilando le varie suggestioni e rigenerandole, interseca e fonde nelle sue opere il figurativo, il primitivismo, l’astratto, il surrealismo e il simbolismo, il tutto amalgamato in una personalissima elegia rivolta alla sua città e ai suoi abitanti.


1992

Partecipa alla mostra collettiva Artisti Versiliesi dal ’900 a oggi, esposta al Teatro Modernissimo di Massarosa e in seguito all’Istituto Francese di Firenze.


1993

Il 28 marzo muore nella sua casa di Via Palermo a Viareggio, oggi sede della Fondazione Alfredo Catarsini 1899. Ha disegnato fino alla fine, facendo suo il motto che Plinio il Vecchio riferiva ad Apelle: Nullo die sine linea.